Oggi intervisto Giuliana Caputo, campionessa di tiro con l’arco che ha davvero vinto tutto!
Buona lettura!
Un traguardo gratificante. Uno fra tutti?
Il mio podio in Australia, disputato in una realtà così singolare e tanto diversa dalla nostra, è il traguardo che ricordo con maggior affetto.
Nella tua cavalcata fin qua, c’è un bersaglio che non hai ancora centrato?
Naturalmente. Il prossimo!Seriamente mi piacerebbe disputare ancora un campionato italiano FITA 3D.
In cosa emergono i tuoi punti di forza?
Ciò che mi caratterizza principalmente è sicuramente la determinazione nel portare sempre a termine la gara e la sportività nella competizione.
Cosa significa per te aver alzato trofei in tutto il mondo?
Sono esperienze indimenticabili che porterò sempre nel cuore e mi hanno reso molto orgogliosa di essere italiana.
Australia, Inghilterra, Italia: qual è il luogo più incantevole che hai visitato?
Indubbiamente l’Australia per la diversità e particolarità della flora e della fauna.
Entrambe sorprendenti e meravigliose.
Meglio il long bow o avresti preferito praticare un altro sport?
Il long bow, visto che ho iniziato quando altri atleti si ritiravano.
Mi sarebbe piaciuto continuare anche il nuoto che ho praticato sin dall’infanzia, vincendo alcune gare, ma problemi fisici mi hanno impedito di portare avanti anche questa disciplina.
I trofei più prestigiosi nella tua bacheca personale, quali sono?
I trofei più prestigiosi sono i vari titoli italiani – che ho conseguito con molta fatica, date le difficoltà di ambientazione delle nostre gare – poi i titoli mondiali ed europei.
La competizione sportiva più entusiasmante, o la più divertente: la vuoi raccontare?
Queste due definizioni si adattano perfettamente alla stessa competizione: una delle 7 disputate in Australia su bersagli mobili a tempo che si aprivano a libro – 6 bersagli in 30 secondi – con un arbitro che scandiva il tempo per poter scoccare le frecce.
In quella piazzola ho avuto la soddisfazione di sentirmi dire dall’arbitro – un simpaticissimo signore di origine italiana – che sin dal mattino non aveva ancora visto un tiratore veloce come me.
A quale età hai iniziato a praticare il tiro con l’arco?
Si dice che la soglia dei quarant’anni scoraggi i più.
Io l’avevo già passata, ma la mia voglia di vivere e il mio spirito di “ragazza” mi ha fatto innamorare anche di questo sport.
Non ti mancano un po’ l’atmosfera delle gare, la tensione delle competizioni?
L’atmosfera delle gare soprattutto internazionali mi manca molto, soprattutto perché si ha l’occasione di ritrovare persone che altrimenti è difficile vedere e resta sempre un piacere confrontarsi di nuovo sul campo di gara.
La tensione non mi ha mai preoccupato, anzi per così dire è la mia migliore alleata, è ciò che mi dà quella marcia in più.
Oggi, 3 gennaio 2013 hai avuto un bel riconoscimento. Sei felice?
L’intervista di oggi sul quotidiano Il Giorno mi ha reso davvero felice. Dopo tanti anni di sacrifici ed allenamento, competizioni e vittorie, sono davvero entusiasta e grata per il riconoscimento avuto.