Archivio mensile:Gennaio 2013

Bernasconi Argenteria

Le tracce più antiche di questa ditta risalgono ai cliché tipografici che realizzarono i timbri dal 1890.
La ditta si chiamava, in origine, Innocente Lampugnani, dal nome del socio del nonno paterno dei fratelli Bernasconi.
I timbri in gomma venivano spediti in tutta Italia, la composizione dei testi era fatta a mano, la riproduzione dei disegni avveniva con cliché in legno duro o metallo, le targhe venivano realizzate a bulino.
Nel 1968, Pietro Bernasconi rilevò la quota societaria del nonno e denominò la ditta “Arcocell di Pietro Bernasconi”.
Si introdussero altre innovazioni, mentre l’azienda passava ai fratelli Bernasconi, da cui ha preso il nome nel 1999.
Il laboratorio è inserito in un contesto architettonico del 1400, con soffitti a cassettoni, strutture murarie imponenti e graffiti alle pareti; il tutto, di fronte alla basilica di San Lorenzo.
Gli elementi storici dell’attività sono posizionati all’interno dei locali della bottega: i caratteri mobili in piombo, la linotype, la pressa per la vulcanizzazione della gomma, i cliché dell’800.

A. Valsecchi e C. Grignaffini – 4 maggio 2012

BENVENUTI A TAVOLA
Gli autori, in questo libro, partendo da una fiction di successo incentrata sulla cucina, propongono al lettore le delizie gastronomiche del Nord e del Sud Italia, seguendo il calendario delle ricorrenze religiose.

Giovanni Barrella

Giovanni Barrella – El brumista” (Milano 30.11.1884 – Erba 23.09.1967)

Il padre era salernitano e la madre milanese.
Il nonno materno, Giovanni Riccardi, aveva costruito El Teatrin di Morigg”dove si alternavano i molti attori dell’epoca e dove il Barrella era di casa, respirandone l’atmosfera.

Quindi, inevitabilmente il teatro diventa una sua passione che alternerà per tutta la vita a quelle della pittura e della poesia.
Frequenta Brera saltuariamente fra il 1906 e il 1910 e, contemporaneamente, la Scuola di Recitazione dell’Accademia dei Filodrammatici ma poi interrompe gli studi per entrare nella Compagnia teatrale Carlo Rota e poi in quella di Edoardo Ferravilla (suo grande maestro), tentando anche di dar vita a compagnie proprie, per recitare le proprie commedie dialettali. Spirito autoironico, aveva fatto predisporre per la propria porta di casa una targa con la scritta: “Bar Rella” (letteralmente: Bar della Penuria”).
Recita anche nei vari teatri italiani e nel 1913 va in Colombia come rappresentante della Casa Cinematografica milanese Cavenaghi & C. Nel 1914 diventa anche ballerino, esibendosi in danze ultra-moderne.
Nel 1922 sposa a Milano la giovane attrice Eugenia Pogliani
Dal 1950 si dedicherà prevalentemente alla regia teatrale
Sue opere teatrali e poetiche:
1910De basell in basell dramma in tre atti (scene della malavita milanese) 1912″Portinara”, “Pee dólz”, “In di Vedrasch”, “Quell di scotti”, “la Mama di gatt”, “Primavera”, “Fraternitaa”, “Bellas perla del lagh”, “Lunna dispettosa”, “Nostalgia”, “La lauda del Panatton”, “La stalla”, “El poggioeu” le poesie che gli daranno la celebrità.
E inoltre le commedie Bal Tabarin, Chaffeur de lusso, El sogn d’on brumista, El regall de la nonna. I balonitt de savon ebbe un notevole successo.
Opere sue pubblicate:
Raccolta di poesie1932 Stamperia Terragni Poesie milanesi 1962 edizione privata. El sogn d’on brumista 1935 commedia ed. La Prora Sonett del brumista 1962 edizione privata Raccolta delle commedie 2 volumi.
Nell’ottobre 1967 esce, postumo, il volume da lui amorevolmente curato negli ultimi mesi di vita: Teatro9 – Commedie in dialetto milanese con ampie note didascaliche per la regia
Numerosi e importanti sono i premi conseguiti.
E nel 1931 è nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Nel 1963 e nel 1966 viene insignito del Premio Porta.

Giustizia

Chi va in paradis va in bon loeugh, e chi va a cà del diavol va a so loeugh
Chi va in Paradiso va in un bel posto, chi va all’inferno va nel posto di cui è degno