Archivio mensile:Gennaio 2013

Garue

Il negozio è fondato nel 1885 da Evangelino Garue.
È la più antica attività a Milano che operi nel suo settore.
È sempre rimasto nella sede di via del Torchio 14.
Un tempo, nel retro del negozio, nella vecchia corte, c’era il laboratorio dove Evangelino Garue costruiva a mano canne da pesca in legno o bambù.
Sotto il grande finestrone, le donne di famiglia facevano a mano le montature.
Oggi, nel suddetto retro, è ospitata una delle biblioteche sulla pesca a mosca tra le più fornite al mondo, con esemplari introvabili provenienti da tutto il mondo.
Non solo. Nel salottino ivi ricavato da Garue, sorseggiando un tè, si discute delle catture più importanti e degli ultimi successi.
L’attività si è tramandata negli anni da padre a figlio; oggi, gli attuali titolari Lia e Carlo Gariboldi hanno ristrutturato il locale, triplicandone gli spazi.
Molta attenzione è stata posta alla cura dei particolari; sabbiatura degli archi in mattoni, lucidatura del soffitto in legno, aggiustatura del bancone in noce, con le vetrinette che accolgono i prodotti più interessanti.
Il pavimento è in Cotto d’Este; nell’interrato, c’è una cantina a volta dove si tengono corsi di costruzione e nel cui sfondo c’è l’antica insegna in ferro originale dei primi del 900.

Bieta al burro

Ingredienti per 4 persone:
1 kg di biete
50 gr di burro
sale
pepe
50 gr di grana padano
Procedimento:
Lavare le biete e lessarle.
Cuocere la verdura in una padella con il burro e servirla con abbondante formaggio grattuggiato.
Aggiustate di sale e pepe prima di impiattare.
Il mio suggerimento:
Per risparmiare tempo spesso la mattina metto a scongelare su un piatto le erbette, e quando torno la sera, le scolo e le passo in padella con un po’ di burro chiarificato.
Mi piace anche la versione con l’aggiunta di piccoli pezzettini di asiago aggiunti all’ultimo momento prima di impiattare, in modo che il formaggio si scaldi ma ancora non si sciolga.
Abbondo sempre con il formaggio grattuggiato…!!!
Un ottimo piatto unico se servito con una grossa fetta di pane leggermente abbrustolito.

Piergildo Bianchi

Nato a Milano nel 1920, muore l’ 8 febbraio 2006.

Ambrosiano puro sangue (il suo bisnonno materno, Carlo Moretti, aveva combattuto nelle Cinque Giornate), ha coltivato fin da ragazzo la passione dello scrivere in versi, dapprima in lingua italiana e più tardi in vernacolo milanese, come attestano numerosi volumetti già dati alle stampe.
Vincitore di vari premi di poesia dialettale (a Milano, due volte il Sant Ambroeus (1973 e 1974) e il Premio Gabiazzi 2000 per la cultura milanese., a Como l’Alessandro Manzoni, a Varese la Gioeubia) fu Presidente Onorario dell’Accademia del dialett milanés e del Sciroeu di poetta.

Opere in versi
in lingua:
Preludio (1939)
Giorni perduti (1946)
Rose d’argento (1971)
I volti e le stagioni (1973)
La farfalla prigioniera (1977)
Verde tenero (2000)

in vernacolo:
De l’altrer a doman (Ed.Bietti, Milano 1973)
Lampion in la scighera (Ed.Lativa, Varese 1974)
Solitari (1980)
El mè mestee (50 fra sonetti e altro – 1982)
La vita rustega (1993)
I fiorett de Sant Ambroeus (1997)
Vent de la sera (1998)
“L’accademia di sass” (30 sonetti a metrica russa, cioè tre quartine e due versi finali).

Inoltre:
I sonetti prostatici (traduzione in milanese di un poemetto inedito di Della Chiesa Jemoli Speri del 1942-43) e Georgicon – Liber Quartus (El liber de l’Apicoltura) – libera traduzione dal latino in milanese (2002).

Strani tipi…

I testard e i litigatt ingrassa i avocatt
I testardi e i litigiosi ingrassano gli avvocati