Archivio mensile:Febbraio 2013

Disordine

Ca’ de ratt, ona ratera
La casa dei topi resta sempre una topaia, a voler dire che anche i galantuomini, se non mettono in ordine la loro casa, abiteranno sempre in una topaia.

San Bartolomeo

Nei secoli antecedenti il XIX secolo, la chiesa di San Bartolomeo si trovava presso il Naviglio, alla confluenza delle attuali Via Manzoni, Via Fatebenefratelli, Piazza Cavour, accanto agli archi di Porta Nuova, ancora visibili.

 

Di tale periodo, restano scarsissime testimonianze di quanto Carlo prima e Federico Borromeo poi diedero illuminata e concreta attenzione per l’ampliamento e la crescita di quel tempio.
Fino al 1805, questa chiesa fu sempre ben frequentata; diverse famiglie nobili vollero, per la loro ultima pietosa dimora, monumenti funebri e lapidi in questa sede.
Tra i vari casati significativi di quell’epoca, si ricordano i Bascapè, Bodio, Brivio, d’Adda, Fagnani, Lattuada, Meda, Melzi, Porta, Recalcati, Simonetta, Zanardi. In particolare, si ricorda la posa di un monumento di un nobile tirolese, il Conte Carlo di Firmian, Ministro Plenipotenziario di Milano di Maria Teresa d’Austria presso il Governo della Lombardia.
Nel 1683, la contessa Teresa Godrone Serbelloni, pochi mesi dopo la vittoria contro i Turchi, donò a questa chiesa l’icona della Madonna del Buon Aiuto, che fu collocata all’altare laterale di S. Isidoro; questo quadro era una copia dell’originale attribuito a Lucas Muller de Kranack, pittore aulico di Federico III di Sassonia, posto sull’altare principale della Cattedrale di Innsbruck.
Nacque un Pio Consorzio della Beata Vergine dell’Aiuto, in seguito denominato Associazione della Beata Vergine dell’Aiuto, nel cui statuto erano precisati i doveri diretti a tenere viva la devozione ed il ricordo vicendevole dei partecipanti.
Durante le Cinque Giornate di Milano, un reparto di soldati, agli ordini di un certo tenente Wolf, aveva sfondato la porta della canonica, alla ricerca di un tizio accusato di essere antiaustriaco.
Non avendolo trovato, un soldato volle salire al primo piano di una casa, dove abitava un sacerdote di nome don Marino, noto in città perché un ottimo quaresimalista e perché di carattere mite.
Forse perché non aveva dato le informazioni richieste, forse perché il soldato si era imbestialito al rifiuto, fatto sta che don Marino fu trovato sul pavimento esanime.
Fu in concomitanza con l’unità d’Italia che si decise, per motivazioni di carattere urbanistico, di abbattere la vecchia chiesa e ricostruirla nel sito attuale di Via della Moscova, su disegno dell’architetto Maurizio Garavaglia.
Questa basilica viene molto apprezzata per la particolare acustica, che rende molto gradevole l’ascolto dei vari concerti.

Cin Cin Bar

Il locale nasce come bar-gelateria nel 1953 per opera del signor Tresoldi.
Alla gestione si sono poi succeduti due altri proprietari, Marzio Quaini e la società fondata da Gabriele e Paolo Della Valle, che conducono tuttora l’attività e che non hanno modificato le sembianze delle origini; l’arredamento completamente in legno, da sempre, ha conferito al locale un aspetto classico ed elegante.
Coi suoi tavolini all’aperto, questo bar rappresenta un centro vitale dell’intero Corso Buenos Aires, un punto di riferimento per i commercianti che gravitano intorno ed una buona occasione di sosta per chi cerca distrazione e riposo dallo shopping.

Asparagi gratinati

Ingredienti per 4 persone:
400 gr di punte di asparagi
1 confezione di panna da cucina
60 gr di burro
100 gr di grana padano grattuggiato
sale
pepe

Procedimento:
Lessare in acqua salata le punte di asparagi per 15 minuti e poi scolarle.
Ungere una pirofila con il burro, versare metà della panna e una cucchiaiata abbondante di formaggio grattuggiato.
Unire gli asparagi e coprirli con la panna ed il formaggio rimanenti.
Insaporire con sale e pepe ed infornare per la gratinatura.

Il mio suggerimento:
Invece della panna io uso il latte o un po’ di besciamella preparata al momento e faccio gratinare in forno con abbondante formaggio grattuggiato.

Ciro Fontana

Nato nel 1917, laureato in giurisprudenza, commediografo, già Capo Ripartizione presso il Comune di Milano, è stato per  molti anni Segretario dei sindaci di Milano da Greppi a Tognoli.


 

Ampia è la sua produzione letteraria in lingua (una dozzina di commedie) e in dialetto. 
Sono sue le commedie: «El Marchionn di gamb avert» e «Tutta roba de strasc», replicate all’Olimpia e al Teatro S. Erasmo con notevole successo.
Per quanto riguarda la produzione lirica, parecchie sono le poesie da lui composte, fra le quali va particolarmente segnalata «San Bernardin di mort», che conseguì il primo premio del «Cenacol milanes» nel 1961.
Egli ritrae la realtà con analitica precisione e con un linguaggio non indegno del grande Porta.
Sotto l’apparente impersonalità del racconto vibra un animo sensibilissimo, pronto ad avvertire ed esprimere la varia gamma dei sentimenti umani, non ultimi quelli della pietà e del dolore. (da «Il Parnaso dialettale milanese contemporaneo» di F.C.F. Edikon. Milano. 1966. pag 99}.
Ecco come descrive piazzale Loreto in una sua poesia “On serc de cà / Come ona conca a cattà su la pienna / De omm, de donn, de carr, de lus…(Un cerchio di case come una conca a raccogliere la piena di uomini, donne, carrozze, luci…)

Ulteriori riconoscimenti ne hanno, premiata l’alacre attività di commediografo e di poeta. Suo è anche un lessico milanese-italiano, edito dall’Ufficio Stampa del Comune di Milano.

Nel 1975 vince il premio Porta
Il 7 febbraio 2001 gli è stata dedicata la piccola Galleria tra via S.Raffaele e via S. Radegonda.

Altre sue opere:
Stagion de Milan
El testament
Sciambola
Sabet gras a la Baggina