Archivio mensile:Febbraio 2013

Buccellati

La ditta nasce nel 1919, quando Mario Buccellati, lasciata Pavia per impiegarsi come garzone presso la gioielleria Besnati e Beltrami, la rileva.
Si deve a lui lo stile Buccellati, caratterizzato dal recupero di antiche tecniche incisorie, come gemmatura, lavorazione a sbalzo e martellata.
Un trionfo di motivi che risente della predilezione per il rococò, il barocco, il liberty, le foglie.
Nel 1924, D’Annunzio gli dedica un suo libro.
Nel 1951, la ditta è la prima ad aprire nella Fifth Avenue di New York City.
Nel 1968, avviene il trasferimento da Via Santa Margherita a Via Monte Napoleone, con la gestione di Lorenzo, figlio di Mario.
Numerosi sono gli articoli che hanno contribuito al successo della bottega: tra questi, i vasi bugnati ispirati a Palazzo Strozzi e le borsette di perline che hanno rivoluzionato la moda negli anni 20.
Il Principe degli Orafi (definizione di D’Annunzio) da sempre attira la nobiltà e l’alta borghesia internazionale; qui, è stata acquistata la cornice tempestata di brillanti per la regina Margherita di Savoia.

Charlotte alla milanese

Ingredienti per 4 persone:
1 kg di mele renette
150 gr di zucchero semolato
50 gr di uvetta sultanina
30 gr di burro
1/2 bicchiere di vino bianco secco
scorza di mezzo limone grattuggiata
rhum
pane francese raffermo tagliato a fettine
Procedimento:
Tagliare le mele sbucciate a spicchi non troppo sottili.
Adagiarle in una casseruola e coprirle con 130 gr di zucchero, la scorza, il vino e coprire il tutto con acqua.
Cuocere le mele per qualche minuto e poi scolare gli spicchi ancora interi.
Ammollare l’uvetta in acqua tiepida, impastare burro e zucchero rimasto ed infine imburrare uno stampo circolare per la torta.
Ricoprirne il fondo ed i bordi con le fettine di pane francese.
Posizionare al centro le mele ben scolate e copritele con uno strato di uvetta.
Spruzzare del rhum e coprire con un altro strato di mele, per poi ultimare con uno strato di pane francese imburrato.
Spolverizzare con lo zucchero in modo che cuocendo si caramelli.
Cuocere in forno a 170° per un’ora.
Capovolgere lo stampo su un piatto da portata e al momento di portarla intavola, irrorare la torta con abbondante rhum e darle fuoco.
Il mio suggerimento:
Se vi piace un sapore speziato, trovo davvero particolare la variante che prevede nel ripieno una spolverizzata di cannella, un po’ di noce moscata ed anche un pizzico di peperoncino.
Unisco anche una bustina di vanillina al succo di limone dove lascio macerare le mele.
Poi procedo come da ricetta originale, che trovo molto scenografica.


Silvio Farioli

Noto per le sue collaborazioni nella messa in scena di spettacoli teatrali e di arte varia.
Nel 1945, con Dino Villa e Antonio Clerici, scrive per la Radio i copioni della trasmissione a puntate “I trii busecconi” e con Storaci la canzone “Voremes ben!”
Nel 1947, sempre con Villa e Clerici, scrive la rivista “La par ona storia…invece l’è nò” e nel 1963, 1967 e 1968, con Clerici, le riviste “Te voeuri ben, Milan”, “Il Gazzettino di Milano” e “La fera de Sinigaglia”.
Oltre ad altri testi di canzoni in dialetto milanese, ha scritto anche varie e delicate poesie.

Opere pubblicate:
1975 “El cavagnoeu d’on versiroeu”

Rompiscatole

Secca perdée
È questa una espressione rivolta ad una persona noiosa e petulante, che fa seccare anche le interiora di polli e pesci.

Bar Le Tre Gazzelle


L’esercizio è fondato nel 1954 come bar pasticceria e, da allora, è punto di osservazione della vita milanese.
È sufficiente sedersi ad un suo tavolo per scoprire cosa significhi “correre e produrre”.
Personaggi illustri frequentano da sempre la sua sala: Falck, Marzotto, Moratti, Biagi, Chiari, Celentano.
La vicinanza a teatri e cinema lo hanno consacrato luogo d’appuntamento degli artisti e di coloro che si ritrovano dopo gli spettacoli.
È definibile come un vero e proprio luogo di socialità nel cuore di Milano.