Situata nel cuore di Milano, la cinquecentesca Basilica di Santa Maria della Passione è una tra le più belle e grandi chiese della città.
Per la sua immensa mole, è, dal punto di vista dell’ampiezza, il secondo edificio milanese dopo il Duomo.
Sorse ad iniziativa del ricco prelato Daniele Birago, che la donò ai Canonici Regolari Lateranensi di Sant’Agostino.
L’opera originaria, ideata da Giovanni Battagio, fu poi proseguita da Cristoforo Lombardo.
Sua è la cupola del 1530, alta 49,7 metri , con luce di 23 metri .
Nella grande costruzione a croce greca che formava la prima pianta, furono costruite tre lunghe navate e prolungato il braccio anteriore, formando così una chiesa a croce latina.
La facciata barocca, esuberante di statue ed ornamenti, è stata realizzata dal 1692 al 1729 dal Rusnati.
I tre portali all’ingresso sono sormontati da altorilievi: al centro, la Deposizione dalla Croce; a sinistra, l’Incoronazione di spine; a destra, la Flagellazione.
L’interno della chiesa è un’autentica pinacoteca, ed è una delle chiese più rinomate per le rare pitture conservate.
Di Daniele Crespi e altri artisti, sono i ritratti di Papi e canonici appesi sui pilastri che reggono le volte. Ancora del Crespi, le scene della Passione che fregiano le ante dell’organo di sinistra, come pure la Cena di San Carlo.
All’altare, vi è l’Ultima Cena di Gaudenzio Ferrari, che costituisce, insieme con la Crocifissione di Giulio Campi e con la Deposizione di Bernardino Luini, una sorta di racconto del dolore.
Di Panfilo Nuvolone sono le bellissime decorazioni del catino dell’abside principale, aventi per tema l’Incoronazione della Vergine.
L’ottagono centrale, sormontato dalla cupola cinquecentesca del Lombardino, è il cuore della basilica.
Ai pilastri, si trovano otto quadri della Passione che formano una particolare Via Crucis: Cristo alla colonna, Incoronazione di spine, Ecce Homo, Andata al Calvario, Cristo inchiodato alla croce, Cristo abbeverato di fiele, Cristo sorretto da un angelo, l’Angelo e il sudario.
Opera di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone, nonché del figlio Bernardino, sono i preziosi affreschi dipinti sulle pareti della Sala Capitolare, raffiguranti dei Vescovi e dei Santi dell’Ordine Lateranense.
Sede, sin dal 1500, di intensa attività musicale, tra il XVI ed il XVII secolo furono costruiti, sotto l’imponente cupola, due organi, uno di fronte all’altro. Quello di destra fu realizzato dal celebre Antenati, quello di sinistra, invece, dall’organaro Vavassori, autore anche dell’organo custodito presso il Duomo.