Archivio mensile:Aprile 2013

Trattoria Masuelli San Marco

I genitori dell’attuale proprietario Pino, di origini piemontesi, aprono l’osteria con cucina nel 1921 nella sede attuale di Viale Umbria.
Il ristorante ancora oggi accoglie i clienti offrendo piatti della tradizione milanese e piemontese, realizzati secondo usi codificati in accordo col gusto, la tecnica, la sensibilità dei nostri giorni.
Ad accudire i commensali, vi sono i membri della famiglia Masuelli più alcuni storici collaboratori.
I recenti restauri non hanno intaccato l’estetica originaria del locale: il banco bar, i tavoli, le seggiole Thonet, l’impellicciatura in legno e le lacche del perimetro delle sale sono tutte del 1921.
Le uniche novità sono due lampadari realizzati negli anni 30 da Giò Ponti e la cucina, pensata con rigore ed eleganza.
La coerenza merceologica è garantita dal menu, che interpreta la cucina tipica con tecnica, conoscenza, sensibilità, qualità delle materie prime.
Ad aiutare Pino a creare piatti buoni, vari, decisi, partendo dalle proprie culture, come paste e dolci fatti in casa, ci sono Tina e Max Masuelli.

 

Oggi come allora…

I fantastici piatti…

La splendida cantina…

ed altro ancora…

Polpettone

 

Ingredienti per 4 persone:
100 gr di arrosto di maiale
100 gr di biancostato bollito
100 gr di prosciutto crudo
100 gr di salsiccia
100 gr di mortadella
2 uova
100 gr di parmigiano grattugiato
4 pugni di pangrattato
2 spicchi di aglio
1 rametto di rosmarino
100 gr di burro
Noce moscata q.b.
Sale
Pepe
Procedimento:
Passare al tritacarne alla ghiera più grossa tutte le carni: l’arrosto, il biancostato, il prosciutto, la salsiccia e la mortadella.
Aggiungere un paio di uova e un pugno di formaggio grattugiato, sale, pepe e noce moscata.
Impastate il tutto dandogli la forma di un grosso cilindro e passarlo nel pangrattato.
In un tegame basso e largo cuocere il polpettone, con burro aglio e rosmarino.
Rosolarlo e cuocerlo girandolo su tutti i lati.
Farlo raffreddare completamente prima di tagliarlo a fette e servirlo.
Il mio suggerimento:
Io trovo molto azzeccata la versione della mia mamma: prepara a parte del sugo di pomodoro in una padella antiaderente, con pochissimo olio evo, uno spicchio d’aglio in camicia e un pizzico di sale aromatico.
Aggiunge il polpettone al sugo e lo rosola per pochi minuti in modo che si insaporisca da ogni parte.
Lo serve tiepido, tagliato a fette, accompagnato da qualche cucchiaiata di sugo.
La carne risulta meno asciutta e il gusto viene esaltato dalla dolcezza del pomodoro.

Fabio Varese

Nasce fra il 1570 e il 1575 da famiglia sufficientemente agiata, ultimo figlio dopo tre sorelle; a 25 anni avrà una figlia, Clara Lucia; Clara era stato anche il nome di sua madre.
Ma residente sempre a Milano, dove è vissuto e ha lavorato.
La sua abitazione milanese – nota e dal poeta non amata – è descritta nella sua lirica.

 

L’autore descrive la propria abitazione che riportiamo in “opere” e si trovava nella zona di Santo Stefano, vicino al Verziere e al Duomo.
Poco si sa di lui, umanamente parlando, ma certamente il personaggio è stimato come “precoce e colto poeta “maledetto”,  musico (fu maestro di Cappella in S.Gottardo), e “promessa di spicco della cultura milanese” – secondo alcuni suoi biografi – per Il suo estro satirico, espressivo, genuino e spontaneo e lo stile sempre più di alto livello, filone poetico seguito dai poeti successivi e che vedrà il suo massimo splendore con Carlo Porta-
Una particolarità dei suoi sonetti, che spesso immagina gli vengano rivolti da altri, sono le “Risposte” che fa seguire e nelle quali  accusa se stesso di essere un piagnone.
La sua poesia di critica violenta, dissacrante, non è rivolta ai Signori, ma ai propri simili, nei quali, denunciando la forte e continua decadenza, spera poter suscitare un senso di autocritica.
Nel 1590 resta in prigione per un mese perchè il regime spagnolo lo aveva sospettato di congiurare con i francesi.
Muore nel 1630, anno della peste, proprio di febbre da peste.
Opere
Pubblica già a 20 anni Canzonette a tre (stampate a Milano nel 1592)
Le sue Canzoni e i suoi Sonetti (belli e arguti e caudati”), quelli ritrovati, verranno successivamente raccolti e fascicolati.

Caffè

El cafè del genoeucc
Era il caffè offerto da un carrettino a quattro ruote, sul quale era installata una piccola caldaia con rubinetto, che compariva a certe ore della sera in Piazza Duomo.
Era un carrettino piccolo, con il suo rubinetto rasoterra: per avere il caffè, bisognava abbassarsi, piegando un ginocchio.

Pasticceria Marchesi

Nata nel 1824, è uno dei pochi locali ad aver mantenuto la sede originaria.
Mentre si sono perse le tracce del primo proprietario, è del 1880 l’inizio della gestione di Angelo Marchesi, già dipendente del locale.
Dopo quattro generazioni, è un altro Angelo, nipote del fondatore, a gestire attualmente la bottega.
La sede della ditta è una palazzina borghese del XIX secolo.
Si deve ad un’altra componente della famiglia Marchesi, Mariuccia, la strenua difesa degli arredi originari, tra i quali spiccano il bancone in legno e vetro, la cassa in legno, il soffitto a cassettoni.
L’attività è distribuita su tre livelli: al primo piano, si trova il laboratorio, al secondo il reparto confezionamento prodotti, al terzo l’archivio storico.
I prodotti tipici dei Marchesi sono il panettone, che si può consumare tutto l’anno; le numerose qualità di cioccolato; una trentina di tipi diversi di torte e dolci di rigorosa tradizione lombarda.
La sperimentazione nel repertorio dolciario è il segno distintivo di questa azienda, nel senso di lanciare possibili variabili di ricette classiche.
L’attenzione cromatica per il packaging è studiata nei minimi dettagli.
Pasticceria Marchesi è oggi un’istituzione all’interno del quartiere di Porta Magenta.
Non essendo possibile la consumazione ai tavoli, diviene il luogo ideale per una rapida sosta all’insegna della qualità e del buon gusto.