Costruita tra il 1913 ed il 1927, la chiesa sorse in luogo di una precedente chiesa, risalente al XIV o XV secolo, di cui resta solo il bel campanile dalla mole solida.
La nuova chiesa fu costruita in due tempi: la parte absidale, un tratto delle navate e la sacrestia, prima della Grande Guerra; a partire dal 1924, si demolì la vecchia chiesa e si completò la nuova parrocchia. Probabilmente per ragioni di spazio, la struttura fu edificata in senso opposto alla precedente, tanto che ora il campanile risulta non più nell’abside, ma sulla facciata.
Lo stile è definito “basilicale lombardo” da colui che la progettò, l’architetto Ugo Zanchetta.
È lunga trentanove metri e larga ventisette, a cinque navate verso i corpi absidali, e diciotto metri verso il prospetto principale a tre sole navi.
La superficie è novecento metri quadri.
La luce penetra nell’edificio non troppo viva, ma abbastanza diffusa.
La decorazione è volutamente sobria, a partire dall’impiego dei materiali: il mattone, il granito, il ceppo, la pietra, sono i materiali a cui è affidato non solo il compito statico, ma anche quello decorativo.
Tutta la struttura del tetto è in cemento armato, mentre il solaio inclinato è in laterizio forato in doppio ordine. Le venti colonne di granito, coi capitelli di pietra di Saltrio bianco di venti disegni differenti, creano all’interno una dominante zona di contrasto, che genera una complessiva e gradevole armonia, a completare la quale contribuisce il pavimento a terrazzo alla veneziana con disegni larghi e colorazione policroma.
Nell’abside, spiccano il mosaico del Cristo Pantocratore e tre vetrate policrome.
Accanto all’altare, è collocata una croce processionale.
Meritano di essere citati il fonte battesimale, in pietra e rame; il pulpito ligneo, che attende di essere messo in ripristino opportuno; la cancellata della cappella ex battesimale; il bassorilievo di San Martino in marmo.
Appartengono al patrimonio artistico della chiesa anche una Pergamena del 1652, nonché candelieri e reliquiari dei secoli XVIII e XIX; un gonfalone di San Martino e un velo omerale della fine del XVIII secolo; una pianeta ed un piviale bianchi in oro del XIX secolo; alcuni vasi antichi dei secoli XVIII e XIX; due Messali romani del 1727 e 1737 rispettivamente.