Nell’Ottobre del 1960, il Cardinal Montini scriveva: “…la chiesa di Via Feltre, a Dio piacendo, sorgerà e forse presto…”.
Sorgeva, intanto, una chiesa prefabbricata di legno, a tre navate, su un’area ottenuta in precario. Fortunatamente, sperduta nella piazza informe, la prefabbricata era attuazione dell’apertura del Cardinal Montini, grande animatore delle chiese nuove.
Curò la progettazione del complesso l’architetto Mario Baciocchi.
La scelta di utilizzare lo stesso materiale, il laterizio, per le sue facciate, già collega in modo epidermico il tempio con tutto ciò che c’è intorno.
Sorge fra un gruppo di case basse, in modo che la sua dimensione di severa torre medievale domini sul circondario.
La facciata è, infatti, imponente e chiusa, con strette feritoie verticali aperte direttamente nella muratura, come pure gli accessi al nartece, semplicemente sottolineati da delle cornici, sempre in mattone.
Da poco tempo, la facciata si è arricchita di una croce di acciaio inossidabile, posta nella posizione originale di progetto.
Manca il campanile, che avrebbe occupato un posto a sé sul lato est.
Il verticalismo della facciata è bene evidenziato da due profonde rientranze ai lati di esse, creando un netto contrasto di ombre con la grande superficie piana.
Questa imponenza e rigidezza medievale del fronte trova una pausa sui lati, in cui le lunghe diagonali della copertura rimettono in discussione la lettura stessa di tale architettura.
Indagando più a fondo, infatti, si possono trovare archetipi di quella architettura industriale, quali la classica copertura a “shed”, qui enfatizzata e resa più grande, con la superficie vetrata che fa piovere una morbida luce diffusa sulla zona dell’altare; tale scelta permette di avere ampi spazi e una campata unica, con delle soluzioni e dei nodi strutturali di chiaro ricordo industriale.
Lo spazio della grande navata unica racchiude in sé tanti piccoli episodi che lo fanno più ricco e lo completano.
Qui giocano un grosso ruolo le quinte dei muri, interrotte intelligentemente dai grandi finestroni verticali; i tagli di luce, e le ombre risultanti, si muovono sulle grandi superfici delle pareti, modellandole plasticamente.
Entrando, si è subito proiettati verso la grande parete concava, ove vi è la statua di legno del Cristo, che traccia idealmente l’asse principale del tempio.
Ciò costituisce un altro elemento geometrico compositivo, senza dubbio di carattere mistico, già presente nella maggior parte degli esempi di architettura sacra della storia.