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Bar Magenta

Il locale viene aperto nel 1907.
Diviene ben presto uno dei punti d’incontro e svago per diverse generazioni di milanesi.
Nelle sue salette, sono rimasti ben conservati gli arredi in stile liberty del Ghilardelli.
Grazie alle persone che si sono avvicendate alla gestione del locale, la tradizione è sopravvissuta, insieme con le novità di oggi.
Alberto Simoni, lo “zio”, ha inventato lo Speciale, il primo panino servito in questo bar negli anni 70, quando diviene anche paninoteca.
Paolo Marchesi, con altri soci, nel 2000 ha impedito che la bottega cedesse il posto ad un fast food; lo ha rilanciato, permettendo allo stesso di festeggiare, nel 2007, il secolo di vita e di conseguire l’Ambrogino d’Oro.
Il locale offre ai suoi clienti serate musicali, incontri a tema, degustazioni di vino e birra.

Bagatti bronzisti

La bottega nasce come produttore di parti di macchine da caffè, per poi specializzarsi nella fabbricazione di apparecchi di illuminazione; nell’immediato dopoguerra diventa un punto di riferimento per architetti e designer.
Nel 1973, Giampiero, figlio unico di Carlo Bagatti, rileva l’attività e partecipa attivamente allo sviluppo del design italiano: il “piacere di lavorare e di creare insieme quasi giocando “ è la filosofia del laboratorio.
Nel 1992, Giampiero passa il timone al figlio Daniele, che continua l’attività di famiglia.
Per anni in via Lanzone 30/A, la bottega si trasferisce, nel 2006, in via Casoretto 5.
Il laboratorio è riferimento abituale per architetti, designer, artisti, restauratori che vogliono realizzare prototipi o lavori su misura.
Bagatti si dedica in particolare agli oggetti che richiedono conoscenza approfondita dei materiali e delle tecniche, nonché ricercatezza delle soluzioni di dettaglio.
L’azienda collabora con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Architettonico, Demoantropologico di Milano.
Si propone, altresì, come consulente e supervisore su grandi opere, avendo una storica e fidata rete di collaboratori.


Ferruccio Lanzani

Nasce a Barlassina il 9 maggio 1909.
Funzionario della Cariplo, gli anni ’70 lo vedono anche membro del CdA dell’Opera Pia Porro di Barlassina.

 

“Per il suo estro letterario, sviluppatosi dopo il suo pensionamento, lascerà un ricordo profondo nei suoi concittadini e nella storia di Barlassina, essendo, questo letterario, Il suo lascito maggiore come poeta dialettale, con numerose pubblicazioni e riconoscimenti tra cui quello del Premio Città di Lerici.
Lanzani è ricordato tra l’altro in vari dizionari della letteratura italiana come il Dizionario degli Autori italiani del Secondo Novecento.
In pensione poté dedicarsi con maggiore intensità alla poesia e a coltivare la sua vena ironica, che trovava sfogo nell’ideazione di barzellette per pubblicazioni come la Settimana enigmistica .
Dice di lui Ferdinando Cesare Farra nel suo Parnaso: “Sempre viva e sincera la sensibilità espressa nei suoi versi; lodevole il costante conato nel foggiare il proprio modulo espressivo mediante un paziente lavoro di rifinitura formale”
Ma la sua vera passione  erano i felini: molti barlassinesi ricorderanno certamente di aver depositato micini appena nati dentro il cortile di via Milano 3. Sicuri che Lanzani se ne sarebbe occupato amorevolmente, incurante del numero sempre crescente di gatti che si aggiravano per casa.

Farmacia Mazzoleni

L’edificio che ospita la farmacia viene costruito verso la fine dell’800.
Da subito, nei locali di Corso Buenos Aires si installa una farmacia, originariamente gestita dal dottor Boldrati, poi dal dottor Leoni, infine dalle dottoresse Nascimbeni (Laura e Silvia).
L’attuale Corso Buenos Aires è denominato all’epoca Corso Loreto e via Piccinni non esiste.
Da più di un secolo, la bottega è punto di riferimento per gli abitanti della zona e per i passanti alle prese con gli acquisti nei negozi.
Qualità e cortesia la caratterizzano da sempre.
La farmacia è stata poi rilevata dalla dottoressa Adele Mazzoleni e dal dottor Benzi, i quali, pur confermando e consolidando l’indiscusso buon nome della ditta maturato negli anni, offrono ai clienti qualcosa in più, con l’introduzione di nuovi prodotti, nuovi servizi alla persona e un nuovo atteggiamento, che pone al centro del rapporto il “cliente persona” cui offrire suggerimenti adeguati per affrontare la vita quotidiana.

Argenteria Bernasconi

La luce della luna, scoperta nell’argento, è ciò che cercava Ginevra Bernasconi quando, nel 1872, fece realizzare ai  migliori artigiani, nel suo laboratorio di via Speronari, finissimi lavori di cesello.
Aprì in via Durini e poi in Galleria Vittorio Emanuele, attuale sede, riavviata dopo la guerra.
Venne affiancata dai figli Renzo e Giuseppe e dalle nuore.
A partire dal 1965, Giorgio, figlio di Renzo, attuale titolare, affianca lo zio Giuseppe nella gestione dell’attività.