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Dino Gabiazzi

Nato e morto a Milano (1913 – 1989), si distinse nel campo del canto lirico (fu bravo baritono), fu regista teatrale per la Compagnia della Famiglia Meneghina, imprenditore e seppur tardi iniziò a occuparsi di poesia dialettale, qualcuno arrivò a definirlo un secondo Tessa.


 

Grande ammiratore del Porta.
Pur avendo iniziato tardi ad occuparsi della poesia dialettale, notevole è la sua produzione poetica, naturalmente di carattere tradizionale ed ispirata ai più grandi predecessori.
Ha scritto poemetti, partecipato a Concorsi e ricevuto ambiti premi (16 consecutivi), quali il S. Ambroeus (1974), il Carlo Porta, il Luce Meneghina, il Manzoni d’Oro.
E’ stato uno dei soci fondatori dell’Accademia del dialetto milanese ed ha insegnato la grammatica del dialetto stesso al Circolo Filologico.
E’ stato anche un illustre esponente della Famiglia meneghina.


Pietro Friggi

Pietro Friggi, è nato a Motta Visconti, in provincia di Milano, il 29 settembre 1885, ed è morto a Milano il 7 aprile 1948, colpito da improvviso malore sulla scalinata della Stazione Centrale di Milano mentre, di ritorno da Savona dove la sera prima aveva cantato nella “Forza del destino”, attendeva la coincidenza per Motta Visconti.


 

Motta Visconti, era un antico borgo adagiato nella campagna della bassa milanese, ora appartenente al parco del Ticino.
Qui Pietro Friggi aveva trascorso felicemente l’infanzia, tra i nonni, i genitori e gli zii, figlio maggiore di otto fratelli,
Lì, in quegli anni, la poetessa Ada Negri ricopriva la cattedra di insegnante e anche il piccolo Pietro fu suo allievo in prima elementare.
A tredici anni Pietro si trasferisce a Milano, ospite della famiglia della Contessa Maria Suardo per poter frequentare l’accademia di Brera. 
Si accorge di avere una voce dal timbro baritonale; gli amici lo incitano a farsi sentire; e viene ascoltato da Arturo Toscanini, che lo incoraggia ad intraprendere gli studi del canto.
E, nello stesso anno, 1904, il prof. Bignami lo presenta al Conservatorio di Milano, dove ha poi studiato con il maestro Emilio Piccoli, di cui diventa l’allievo prediletto.
Interessante anche la sua produzione artistica e pittorica che, nei momenti di maggiore difficoltà, ha rappresentato una sicura fonte di guadagno, dato che si spesso si era ritrovato a vendere le sue bellissime tele.
Al Castello Sforzesco di Milano sono addirittura conservate 16 tavole, disegni a penna appartenenti alla raccolta Bertarelli, cui è possibile accedere.
Partecipa alla prima guerra mondiale dal 1915 al 1917 e si ammala gravemente tanto da dover essere ricoverarlo alla Missione Americana a Treviglio, presso la quale probabilmente incontrò anche Ernest Hemingway.
E vent’anni dopo si ritrova nuovamente al centro di un’altra guerra, esercitando però la sua professione di cantante d’Opera.

Ferdinando Fontana

Autore di un’Antologia meneghina 1900-1915.
Nasce a Milano nel 1850. E’ un personaggio della Scapigliatura che, a causa delle difficoltà economiche della famiglia, deve abbandonare gli studi per dedicarsi a diversi mestieri. 
Come giornalista collabora con il “Pungolo”, “L’Illustrazione italiana”, il “Corriere della sera”, l’ “Italia del popolo”.
E’ di fede repubblicana e letteralmente si allea al realismo europeo.
E’ scrittore fertile, anche in dialetto e anche di commedie meneghine, libretti d’opera e d’operetta (una cinquantina), poesie in dialetto e in lingua e resoconti di viaggi.
La sua lirica è scorrevole nel verso e descrive con grande naturalezza immagini e azioni.
Viene coinvolto nella sommossa popolare del 1898 e deve riparare a Lugano dove muore nel 1919 e dove lavora come corrispondente di vari giornali e riviste.
Tra le sue opere:
1875 La Pina madamin
1889 La statoa del sur Incioda (entrambe commedie meneghine)
1884 Le Villi (opera musicata da Puccini)
1891 Bambann (poesie in dialetto)
1887 Poesie e novelle in versi (in lingua)
1878 Il Canto dell’odio
1879 Il Convento
Antologia meneghina (2 volumi) – abbozzata per i milanesi nel 1891, compilata per esteso nel primo ‘900 ed aggiornata poi, in una terza elaborazione, nel 1915 in piena guerra mondiale.
 

Ciro Fontana

Nato nel 1917, laureato in giurisprudenza, commediografo, già Capo Ripartizione presso il Comune di Milano, è stato per  molti anni Segretario dei sindaci di Milano da Greppi a Tognoli.


 

Ampia è la sua produzione letteraria in lingua (una dozzina di commedie) e in dialetto. 
Sono sue le commedie: «El Marchionn di gamb avert» e «Tutta roba de strasc», replicate all’Olimpia e al Teatro S. Erasmo con notevole successo.
Per quanto riguarda la produzione lirica, parecchie sono le poesie da lui composte, fra le quali va particolarmente segnalata «San Bernardin di mort», che conseguì il primo premio del «Cenacol milanes» nel 1961.
Egli ritrae la realtà con analitica precisione e con un linguaggio non indegno del grande Porta.
Sotto l’apparente impersonalità del racconto vibra un animo sensibilissimo, pronto ad avvertire ed esprimere la varia gamma dei sentimenti umani, non ultimi quelli della pietà e del dolore. (da «Il Parnaso dialettale milanese contemporaneo» di F.C.F. Edikon. Milano. 1966. pag 99}.
Ecco come descrive piazzale Loreto in una sua poesia “On serc de cà / Come ona conca a cattà su la pienna / De omm, de donn, de carr, de lus…(Un cerchio di case come una conca a raccogliere la piena di uomini, donne, carrozze, luci…)

Ulteriori riconoscimenti ne hanno, premiata l’alacre attività di commediografo e di poeta. Suo è anche un lessico milanese-italiano, edito dall’Ufficio Stampa del Comune di Milano.

Nel 1975 vince il premio Porta
Il 7 febbraio 2001 gli è stata dedicata la piccola Galleria tra via S.Raffaele e via S. Radegonda.

Altre sue opere:
Stagion de Milan
El testament
Sciambola
Sabet gras a la Baggina

Ferdinando Cesare Farra

Ordinario di Lettere italiane e latine presso il Liceo Classico Statale “Alessandro Manzoni” di Milano.
A vent’ anni, nel gennaio 1936, ha iniziato a pubblicare articoli e contributi di studio su argomenti di cultura milanese e lombarda sulla rivista della “Famiglia Meneghina”, sull’Archivio storico-lombardo, sul “Rendiconti” dell’lstituto Lombardo di Scienze e Lettere, sull’Archivio Storico Lombardo, sul “Bollettino storico della Svizzera Italiana “.


 

Notevoli i contributi che, sotto l’illuminata guida del prof. Alessandro Visconti (il quale gli fu per un decennio impareggiabile amico e disinteressato Maestro) il Farra ha pubblicato nei “Rendiconti dell’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e precisamente:
1951 Di alcune errate attribuzioni letterarie a Gian Paolo Lomazzo
1951 Annotazioni relative al dialetto usato dalla cinquecentesca Accademia della
Val Blenio
1953 Una rara edizione di poeti petrarchisti del ‘500 e La Accademia dei  Trasformati
1954 Parini dialettale (contributo alla Storia della letteratura milanese del ‘700)
1955 Per il volume edito in memoria del prof. Visconti, ha pubblicato un contributo su La
poesia dialettale di Gerolamo Birago
1966 e 1976 Pubblica per i tipi della Edikon “Il Parnaso dialettale milanese contemporaneo.

Ha preso parte ai Congressi nazionali di Studi Manzoniani nel 1961 (Annotazioni relative alle poesie giovanili di A. Manzoni) e nel 1963 (Giuseppe Ripamonti, fonte storica dei Promessi Sposi).
Interessante la comunicazione tenuta al 5° congresso della Società Storica Lombarda a Lugano: L’emigrazione dalla Val Blenio a Milano attraverso i secoli (1961).
Sempre su argomenti di cultura lombarda e specificamente di letteratura dialettale milanese, ha tenuto numerose conferenze alla Famiglia Meneghina, alla Famiglia Artistica Milanese, alla Sala del Grechetto presso la Civica Biblioteca di Milano (da menzionare la sua conferenza sul Conte di Carmagnola per il ciclo manzoniano organizzato dal Centro Nazionale di Studi Manzoniani, al Circolo del Castello, al Cenacolo Milanese ed in altri circoli di cultura, milanesi e non milanesi.
Con l’autorizzazione del «Resgiò» della Famiglia Meneghina ha organizzato e realizzato (1963-1964) un corso di Letteratura dialettale milanese, cui hanno contribuito anche Anna Carena, Severino Pagani e Claudio Cesare Secchi.
Varie le sue liriche in vernacolo milanese: degna di rilievo la lirica Ciaravall, che ottenne il secondo premio nel primo concorso bandito dal “Cenacol milanes” (1961).