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Alessandro Predaval

Nato nel 1903 e vissuto a Milano, laureato in legge a Pavia, è stato soprattutto commediografo, romanziere e critico. Ma ha scritto anche poesie in lingua e in vernacolo.
Commedie:
L’ultimo calcio,
Il viaggio di Don Giovanni,
L’uomo che aveva previsto,
La Reggia d’Argo.
Romanzo:
La Gazzera
Inoltre: collaborazioni a giornali e riviste con articoli e novelle, naturalmente ricevendo premi e segnalazioni.

Giovanni Pozza

Letterato e critico teatrale e poeta, nasce a Schio nel 1852 e muore a Milano nel 1914.
E’ detto “Pozza negher” per distinguerlo dal fratello Francesco, detto “Pozza biond”.
Milanese a tutti gli effetti, nonostante la casuale nascita in Veneto, Giovanni collabora a lungo con il Corriere della Sera e nel 1882 è il principale ideatore e primo direttore del periodico satirico Guerin Meschino, che fonda con il fratello (anima e direttore per 30 anni) e con Carlo Borghi, repubblicano e poeta (morto giovanissimo nel 1883).
La risposta del Pozza a Cesare Cantù, in forma di poesia dialettale, è stampata sul Guerin Meschino come fosse una lettera inviata da Carlo Porta dall’altro mondo.
La poesia porta il titolo Lettera di Carlo Porta dall’aldilà e viene riportata nelle “opere” assieme a quella pubblicata invece dal fratello Francesco sul Guerin Meschino e dedicata a Carlo Borghi, dopo la sua morte.

Mirella Porta

E’ nata a Milano il 20.03.1929 a Porta Romana.
Si trasferisce successivamente in Via Calabiana, nel quartiere di S.Luigi, e poi alla Barona.
Scrive poesie in lingua italiana.

 

Dopo venticinque anni di felice matrimonio, rimasta sola, trova nella poesia motivo di vita e riprende a scrivere con maggiore impegno.
Frequenta il laboratorio di Vittoria Palazzo, giornalista e poetessa in lingua italiana, il cui giudizio è positivo.
Pur essendo nata a Milano, da genitori milanesi, non sa esprimersi nel dialetto della sua città che le piace moltissimo.
Frequentando la Società Canottieri Milano, sul Naviglio, conosce persone che parlano in meneghino, comincia ad appassionarsi al dialetto ed è invogliata, soprattutto dal poeta Fermo Roggiani, a scrivere poesie in milanese che riscuotono un certo successo; ciò la spinge a frequentare il corso di grammatica e poi di letteratura milanese al Filologico.
Enrico Botturi e Luigi Cazzetta leggono le sue poesie e la spronano a continuare a scrivere. Partecipa per la prima volta al concorso di poesia “Anna Carena” nel 1985 e la sua poesia “RICORD D’ ESTAA” è fra le menzionate.
·         Nell’ 87, il giornale La Martinella indice il concorso della poesia allegra; vince il 1° premio con la poesia “LA BICI GIALDA” per voti attribuiti dalla maggioranza dei lettori del Corriere della Sera del 12/01/88.
·         “La bici gialda” è una garbata satira su un fatto di cronaca che ha fatto discutere: le biciclette gialle rubate al Comune. E’ la storia di un bambino che desidera la bicicletta gialla, il cui sogno viene soddisfatto solo per mezza giornata, poichè il padre subito si affretta a dipingerla di marrone.”
·         Nell’ 88 il prof. Enrico Botturi la introduce nel “Sciroeu di poetta” presentandola come il “pulcino del Sciroeu”.
Si è dilettata nella traduzione di opere di illustri scrittori, fra le quali “L’addio di Lucia”, prosa tradotta in milanese ed in endecasillabi, e “La livella” di Totò, recitata in radio al Gazzettino Padano.
·         Scrive la prima prosa “ON AMOR SUL NAVILI”, nell’88, premiata (3°) al Concorso Gianfranco Crespi. Nel 90, al Concorso di poesia “El medajon del Cenacol”, la sua poesia “GH’ERA ON MUR” è menzionata.
·         Nel 91, al premio di poesia “La Famiglia Rhodense”, la sua poesia è finalista; Titolo: “E I DONN VANN DREE A SOGNA’ ”.
·         Nel 92, vince il 1° premio al Concorso Gianfranco Crespi, con la prosa “MA HINN PROPI INSCI’ MALNATT?”.
·         Nel 93, ancora finalista al premio di poesia “La Famiglia Rhodense” con la poesia “ON TITOL SBAGLIAA”. Sempre nel 93, vince il 1° premio al Concorso Gianfranco Crespi con la prosa “PENSER E RIFLESSION D’ON GATT EUROPEO”.
·         Nel 94, al concorso Maria Pia Arcangeli, è finalista con “I STELL DE SAN LORENZ” e “FELICITA’ ” che vince il 2° premio.
Ch’el me scusa, scior Carlo! Questo è il titolo del volume che ha raccolto i suoi lavori meneghini.

Carlo Porta

Carlo Porta nasce a Milano il 15 giugno del 1775 o 1776 (come lui stesso dice nel frammento di una sua poesia) da Giuseppe Porta e da Violante Guttieri e viene battezzato il 18 dello stesso mese nella Parrocchia di San Bartolomeo che non c’è più, ma che allora si trovava all’altezza dell’attuale piazza Cavour.

 

Era il terzo di tre fratelli di cui il primo si chiamava Baldassare e il secondo Gaspare.
E lui stesso, oltre che Carlo, portava i nomi di Antonio, Melchiorre e Filippo.
Studia a Monza e poi nel seminario di Milano, dopo di che intraprende un lavoro commerciale, senza molta dedizione.
Dopo aver trascorso un periodo in Germania, torna in patria per dedicarsi al teatro dialettale e fonda a Milano, assieme ad altri il Teatro Patriottico, oggi Filodrammatici.
Dopo una nuova assenza nel Veneto rientra e si impiega, non trascurando la sua passione per la poesia dialettale che lo porterà a produrre un numero notevole di poesie e sonetti, nel suo stile bonario o mordace, a seconda dei casi.
Le sue opere rispecchiano per lo più fatti realmente accaduti.
E’ molto amico del Manzoni e di Tommaso Grossi che, rimpiangendolo dopo la sua morte avvenuta nella sua casa di via Montenapoleone 2 (a soli 46 anni) il 5 febbraio 1821 (o gennaio secondo alcuni) a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute per la gotta di cui soffriva da tempo, lo descrive come “un signore, giovane, disinvolto, pieno di talento; ben visto dai galantuomini e dalla brava gente”.

Ponti Alfredo

Nasce nel 1911.
Ingegnere.
Si è segnalato in numerosi concorsi di poesia dialettale tra i quali il Premi Sant Ambroeus.
Questi premi ne hanno riconosciuto, oltre la cultura, “le naturali doti di fantasia e di sensibilità e la capacità di affinare gradualmente il modulo espressivo, al fine di raggiungere una sempre più persuasiva compattezza compositiva e una sempre più scaltrita tecnica formale.