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Lucia Pampuri-Uboldi

Si è affermata nell’agone poetico milanese.
Non risulta abbia pubblicato volumi di versi; versi che sono stati però accolti in vari giornali e riviste, a cominciare da «Il Convivio Letterario ».
Il mondo della poetessa è fatto di piccole cose, che ella realisticamente osserva con attenta perspicuità e cordiale simpatia, senza la preoccupazione di orpelli eruditi.
La rappresentazione è limpida e nitida ed il tono è, generalmente, sereno, non turbato (quale bianca nuvola spinta innanzi dal vento nell’ azzurro cielo primaverile) se non da qualche fugace brivido di malinconia.
Nel 1976 ha pubblicato una silloge delle sua poesie per i tipi del Convivio letterario sotto il titolo “I nott bianch”

Antonio Negri

Nasce nel 1881.
Gran lavoratore, crea all’inizio della 1a guerra mondiale (alla quale partecipa come capitano di fanteria perdendo in questo periodo ben quattro dei suoi cinque figli) una propria azienda industriale che cresce florida e gli permette una vita economicamente tranquilla, ma che ad un certo punto, a seguito dei gravi eventi familiari, verso il 1932 decide di cedere ai propri dipendenti, ritirandosi a vivere a Montevecchia, in Brianza (acquistando una tenuta agricola) fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1966.

 

Liberatosi da questo impegno, dedica il suo tempo in attività socialmente utili e all’età di circa cinquant’anni inizia ad occuparsi con molto impegno e serietà di poesia e saggistica.
Tra i suoi più svariati lavori è nota la trasformazione in poemetto dialettale del Pinocchio del Lorenzini, scritto già in età avanzata.
In seguito dedicherà a questo burattino un monumento, donandolo al Comune di Milano.
Ama molto i sonetti, che scrive in perfetta metrica e intensi di contenuto.
Sono una ventina i suoi libri, tra cui:
1931                Il sogno di Atimada (= Ansia, Terrore, Ignoto, Male, Amore, Dolore, Ascensione)
1936                Arte e poesia, il poemetto “On soldaa papà”
1945                El mond per aria, Sogn d’ona nott d’inverno, On’alba a Sirmion
1945-46          Rimaroeu, versiroeu…I legrii del Sur Togn, Povere in spirit

Carlo Mosca

Nasce nel 1894 e riposa nel piccolo cimitero dei Monaci, nell’Abbazia di Chiaravalle, a lui tanto cara, di cui ha concorso alla ricostruzione.
Come artista e poeta, più che le limpide pagine di prosa (a volte, come nella morte di Beethoven, di notevole forza drammatica) e le rime, soprattutto in dialetto milanese, è il senso supremo dell’amore per il creato e le persone e le cose che ci circondano che l’animo di Mosca ha captato e permeato di poesia nel desiderio di poterne comunicare il valore, la bellezza, per la serenità, la gioia di tutti.

 

Interessantissime le descrizioni dei suoi lunghi, numerosi viaggi e delle visite alle Abbazie di Civate e di Chiaravalle. “Mi in Galilea” è in dialetto milanese, come a volerla custodita fra le pareti domestiche.
Le sue liriche dialettali ci mostrano il suo valore di poeta: in esse la ricerca dell’espressione procede senza tentennamenti, dimostrando anche una sottile cultura stilistica; l’ispirazione è sempre fresca, luminosa; in quelle maggiormente impegnate pensieri profondi, emozioni vive sono espresse con serenità e con forza, con acuta considerazione dei nostri limiti – come in “Fa no el curios!” – con religiosa accettazione del nostro destino, così bene espressa nelle sue due ultime poesie “Voeuri on coeur noeuv” e “A la mia amisa poltrona”.
I versi milanesi di questo poeta sono raccolti nel volumetto fuori commercio Cento pagine di Carlo Mosca edito nel 1965. La sua vena si occupa della realtà di tutti i giorni e a volte è spiritosa e ricorda le novellette del Balestrieri. Ma gode anche di spunti sentimentali.
Per quanto riguarda la forma poetica è lui stesso che la definisce così come la sente, ossia “un’espressione spontanea d’una bonomia tradizionale, che rifugge dalle sottigliezze e tiene piuttosto ad affettare una certa rozzezza. Io chiedo alla mia Musetta solo di poter comunicare con efficacia una sensazione o una emozione”.
Fu anche un grande appassionato di musica.
Fra gli attestati di benemerenza, meritò anche la Medaglia d’oro del Comune di Milano.
Raccolte
1965 Cento pagine
1982 …altre cento pagine

Emilio Montorfano

Nato a Como nel 1930, ma “presto milanesizzatosi”, dice di lui nel 1995 Ferdinando Cesare Farra nella prefazione del volumetto Tra mì e mì”, una raccolta di poesie in milanese.
Nelle sue poesie – dice sempre Farra – c’è, sì, con una mano leggera, il canto quasi primaverile della nascita della vita, ma c’è anche l’assillo dello scorrere della vita individuale e universale.
C’è l’amore per le creature che ci furono care, il calore dell’affetto per la Mamma e per il Padre, poi il travaglio per ciclo della vita e della morte.
C’è l’angoscia nel veder tramontare giovani vite.
Poesia forte e rassegnata, che non piange, ma che mal si rassegna alle inflessibili leggi del “Panta Rei” della vita.

Mörlin Visconti (Padre Edo)

Padre Edo Mörlin Visconti è nato a Milano nel 1947.
Dopo aver frequentato un anno di medicina è partito missionario.
Diventato prete diocesano della Diocesi di Gulu (Uganda) nel 1972, è stato parroco in varie parrocchie di quella Diocesi fino al 1990. Dal 1991 fa il Coordinatore dei Progetti della Diocesi di Gulu, mandando avanti numerose attività che necessitano di continuo sostegno.

 

L’idea di scrivere in milanese brani del Vangelo gli è venuta pensando che se questo risultava così efficace tradotto il lingua ugandese, doveva risultare altrettanto efficace tradurlo anche in milanese per i suoli concittadini. E così sono nate le sue raccolte:
1. El Vangel per el dì d’incoeu
2. El Vangel per el dì d’incoeu 2
3. La Gesa e la soa Mamma
4. I tre coronn del Rosari
Ogni anno, in autunno, Padre Edo ritorna a Milano e, proprio per raccogliere fondi, organizza presso i teatri di periferia lo spettacolo “El Vangel per el dì d’incoeu”, due atti in cui si rappresentano i momenti più significativi (e divertenti) della vita di Gesù e dei primi cristiani., “Or si racconta or si diventa” così gli attori si avvicendano, passando continuamente dal ricordo alla parte dei personaggi che descrivono.