Santi Patroni d’Italia Francesco D’Assisi e Caterina da Siena

Il 2 Giugno 1960, con decreto di Sua Eminenza il Cardinal Montini, nasce la parrocchia dei Santi Patroni d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena. Il 17 Luglio dello stesso anno, lo stesso Montini inaugura l’attività: non lo accoglie un tempio maestoso, ma un’umile capanna di legno.

La nuova chiesa viene benedetta alle ore 17.45 del 24 Dicembre 1964. Su tutto, la pace e la poesia della vicina Cascina Arzaga.

Bisognerà attendere fino al 9 Giugno 1965, quando Paolo VI benedirà la prima pietra del nuovo tempio.
La bellissima chiesa dei Santi Patroni d’Italia Francesco d’Assisi e Caterina da Siena, opera di un architetto milanese, Vincenti, è a forma di tenda, con cuspide piramidale, contenente sei campane in verticale (il significato della forma di tenda è da ricercarsi nella traduzione letterale di Giovanni, 1,14: “e pose la sua tenda in mezzo a noi”).
L’edificio, preceduto da pronao a pensilina, è caratterizzato dalla slanciata struttura piramidale della guglia campanile, alta 45 metri.
L’interno, con muri perimetrali bassi e larga copertura a falde, richiama gli elementi a spicchi di una tenda; la luce proviene da tagli verticali nei muri perimetrali e da un’ampia vetratura nella torre campanaria a sezione triangolare posta sopra all’altare.
Da notare il pregevole effetto ottico prodotto dalle due colonne che, insieme alle travi di sostegno del campanile, formano la lettera “M”, iniziale del nome di Maria.
La cappella della chiesa è il centro di un’intensa attività liturgica ed eucaristica.
Vi è appeso un bellissimo olio su tela, raffigurante la Sacra Famiglia.
Annesso alla chiesa, si trova il Battistero, con l’acqua che piove dall’alto, quasi sgorgando dalla pietra che lo sovrasta, in sette zampilli, che simboleggiano i doni dello Spirito Santo.
L’altare, opera di Renato Valcavi, ha la base in rame sbalzato, raffigurante i più importanti tra i Santi cristiani.
Alle spalle dell’Altare Maggiore, vi è un pregevole mosaico, creato da Giuseppe Valerio, con incastonato il tabernacolo.
Ai due lati di questo, vi sono rappresentate le figure di San Francesco e Santa Caterina, accompagnati dagli Angeli Custodi.

Fioreria Mercandelli

Nata nel cuore di Milano nel 1936, la ditta, gestita da Francesco Mercandelli, rappresenta una culla di cultura e tradizione.

L’amore che i Mercandelli impiegano nello svolgere il proprio mestiere è un’arte figlia del passato. Uno stile unico, raccontato anche dal particolare arredamento che non è stato mai modificato: dagli archi a tutto sesto, alle colonne coi capitelli dorici ricavate da blocchi di granito bianco di Mergozzo e di granito rosa per un ambiente antico, ricco di storia ed esperienza.

Vol-au-vent al risotto

Ingredienti per 4 persone:
8 vol-au-vent
100 gr di burro
200 gr di riso
100 gr di mozzarella
100 gr di parmigiano reggiano grattugiato
½ litro di brodo
Sale
Pepe
Procedimento:
Sciogliere in una padella 100 gr di burro, far tostare il riso e portare a cottura con il brodo.
Mantecare con il parmigiano.
Dopo averlo fatto raffreddare, riempire i vol-au-vent e coprirli con una fettina di mozzarella.
In forno preriscaldato a 150° mettere a scaldare la preparazione per una decina di minuti.
Il mio suggerimento:
Preparo questo piatto in due versioni: antipasto o primo piatto.
Nel primo caso utilizzo anche i vol-au-vent già pronti e ne considero almeno due a persona se non presento altri antipasti; nel secondo caso, creo io il piatto, facendo cuocere la sfoglia – quella già pronta – appoggiandola su delle coppe rovesciate che metto su una placca da forno.
Le spennello con un po’ di latte e a seconda del ripieno che utilizzerò (ad es. un risotto giallo ai funghi) aggiungo un pizzico di zafferano anche nel latte.
In questo modo, oltre ad aumentare l’aroma del piatto, anche la presentazione ne guadagna in estetica.
Trovo particolarmente scenografica la presentazione con riso venere e gamberi,
in questo caso spennello la sfoglia con latte e curry o peperoncino.

Qunado si sbaglia…

Fà maron
Quando si vede qualcuno che commette un errore, si usa questa locuzione che deriva dal tedesco e significa sbaglio, smarrimento, soprattutto di chi voleva farla franca e non vi è riuscito.

Miracoli Romeo

Romeo Miracoli fonda la sua bottega nel 1912, in via Santa Sofia.
È bravo e il negozio diviene un salotto.
Nel 1945, il conflitto mondiale ha distrutto tutto; bisogna ricostruire.
Nell’attività, entra il figlio di Romeo, Roberto.
Nel 1956, la ditta si sposta nella sede attuale di via Burigozzo 3.
Subentra poi il figlio di Roberto, Renato.
È definita la sartoria dell’argento, con le sue cesellature a mano: ci sono torni cinquantenari, una grande incudine, forme e modelli di ogni tipo.
Il laboratorio è nello scantinato, mentre lo show room è al pianterreno, con la sala delle meraviglie e l’oggettistica per i collezionisti.